Il CEO Sam Altman ha annunciato un cambio di rotta nella struttura di OpenAI: la divisione for profit sarà trasformata in una società di pubblica utilità, ma il controllo resterà nelle mani della casa madre no-profit, OpenAI Inc., com’era all’origine.
«Non saremo mai una società normale», ha scritto Altman ai dipendenti, ribadendo la missione: garantire che l’intelligenza artificiale generale (AGI) porti benefici a tutta l’umanità. È lo stesso principio che aveva spinto Elon Musk – cofondatore poi uscito nel 2018 – a fare causa a OpenAI a marzo 2024, accusando Altman di aver tradito quello scopo in favore dei profitti e degli interessi di Microsoft, principale investitore con oltre 13 miliardi di dollari.
Il piano originario prevedeva una ristrutturazione per facilitare nuovi investimenti, riducendo il controllo della no-profit. Ma le critiche interne e le pressioni legali hanno spinto Altman a rivedere la strategia. Il nuovo assetto, dice, «funziona abbastanza bene anche per gli investitori». La divisione for profit scompare, nasce una nuova entità orientata al bene pubblico, ma con la possibilità per gli investitori di ottenere ritorni economici più alti.
Microsoft dovrà ridefinire il proprio ruolo, mentre Altman garantisce che gli accordi già presi – come quello da 40 miliardi con SoftBank – resteranno validi. Intanto prosegue la causa intentata da Musk, con processo fissato per marzo 2026, dopo un’offerta di acquisizione (respinta) da 97,4 miliardi.