Nel corso della storia dell’innovazione digitale, ci sono stati momenti in cui il principio della neutralità tecnologica è stato messo seriamente in discussione. Se consideriamo che la tecnologia smette di essere neutrale quando, da semplice strumento, diventa un agente che prende o influenza decisioni, possiamo affermare che siamo attualmente vicini a questa condizione. In altre parole, quando lo sviluppo tecnologico riduce o elimina il bisogno dell’intervento umano in decisioni significative, la tecnologia stessa perde la sua neutralità e assume una rilevanza politica.

Non è semplice determinare, con criteri strettamente oggettivi, quante siano le situazioni nella storia del digitale in cui l’innovazione ha acquisito una connotazione politica e sociale, segnando una perdita di neutralità. Tuttavia, possiamo individuare due tecnologie che rappresentano esempi emblematici di questo fenomeno in una fase cruciale della loro evoluzione: la Blockchain e l’Intelligenza Artificiale.

La Blockchain è nata come una tecnologia che prometteva trasparenza, sicurezza e decentralizzazione. Inizialmente considerata neutrale, la sua capacità di garantire transazioni sicure e verificabili senza intermediari l’ha resa un potente strumento in molti settori, dalla finanza alla gestione delle supply chain. Tuttavia, con l’aumento della sua adozione, la Blockchain ha iniziato a influenzare decisioni economiche e sociali in modi imprevisti. La sua capacità di bypassare le istituzioni tradizionali ha sollevato questioni di regolamentazione e governance, trasformandola in un argomento di dibattito politico. Governi ed enti regolatori stanno ora cercando di capire come gestire e integrare questa tecnologia, dimostrando che la Blockchain non è più semplicemente uno strumento tecnico, ma un fattore determinante in decisioni di rilevanza pubblica.

L’IA rappresenta un altro esempio significativo. Inizialmente sviluppata per assistere nelle decisioni attraverso l’elaborazione di grandi quantità di dati, l’IA è rapidamente evoluta fino a prendere decisioni autonome in molti ambiti, dalla medicina alla finanza, dall’industria automobilistica alla gestione delle risorse umane. Questa autonomia ha sollevato preoccupazioni riguardo alla responsabilità, all’etica e alla trasparenza. Le decisioni prese dall’IA possono avere impatti profondi su individui e società, spesso senza un chiaro intervento umano. Questa capacità decisionale ha trasformato l’IA in un tema politicamente rilevante, poiché richiede una riflessione su chi controlla la tecnologia, come vengono prese le decisioni e quali sono le implicazioni per la società.

“Studio dei problemi e dei risvolti etici connessi all’applicazione degli algoritmi”, questa è la definizione che l’Accademia della Crusca dà del neologismo algoretica. Nata in ambito filosofico, l’algoretica è infatti l’intersezione del processo matematico algoritmico e delle norme morali e comportamentali prioprie di una persona o di un gruppo. L’intreccio tra informatica e società è ormai ben consolidato e presente nelle nostre quotidianità, ecco perché merita e necessita costanti riflessioni a riguardo.

Sia la Blockchain che l’Intelligenza Artificiale sono esempi di come la tecnologia possa evolvere da uno strumento neutrale a un agente con rilevanza politica. Quando la tecnologia inizia a determinare o influenzare decisioni umane significative, la sua neutralità viene meno, sollevando questioni che vanno oltre l’ambito tecnico e toccano aspetti sociali, economici e politici. Riconoscere e affrontare queste sfide è essenziale per garantire che l’innovazione tecnologica continui a servire il bene comune senza compromettere i valori fondamentali della società.