La chiusura di Centai, il centro di ricerca sull’intelligenza artificiale nato nel 2022 su iniziativa di Intesa Sanpaolo con il supporto di enti di ricerca, è prevista entro la fine dell’anno. La decisione, secondo quanto riferiscono a Italian Tech fonti vicine alla società che chiedono l’anonimato, sarebbe maturata negli ultimi mesi. Interpellata, Intesa Sanpaolo non ha rilasciato commenti ufficiali. Nel frattempo, ai circa 30 ricercatori attualmente impiegati nel centro sono già state inviate le lettere di assunzione a tempo indeterminato all’interno della banca.

Centai è una società per azioni con sede nel grattacielo Intesa di Torino: il 49% delle quote è detenuto da Intesa Sanpaolo, mentre il restante 51% fa capo a SOM, un veicolo controllato da un gruppo di ricercatori indipendenti coinvolti nel progetto fin dalla sua nascita. Alla base della decisione di chiudere il centro vi sarebbero sia tensioni nella governance sia difficoltà economiche. Secondo le informazioni disponibili, la società non avrebbe mai raggiunto il pareggio di bilancio e l’ultimo esercizio si sarebbe chiuso con una perdita di circa 800 mila euro.

La procedura di chiusura ha richiesto anche un nulla osta da parte del governo, necessario per la presenza di contratti pubblici che impedivano modifiche nella composizione e nella natura societaria. L’autorizzazione sarebbe arrivata nei giorni scorsi. A questo punto, sempre secondo le fonti, Intesa Sanpaolo potrà procedere all’acquisizione del 51% delle quote detenute da SOM a una cifra simbolica – stimata intorno ai 25 mila euro – per poi sciogliere la società e integrare personale e attività nei propri poli di ricerca e sviluppo.

Negli ultimi quattro anni il gruppo bancario ha investito complessivamente circa 5 miliardi di euro in nuove tecnologie e punta ora a valorizzare le competenze sviluppate all’interno di Centai. A tutti i ricercatori sarebbero stati offerti contratti a tempo indeterminato con il ruolo di ingegneri e sviluppatori. Tuttavia, il nuovo perimetro operativo risulterebbe diverso rispetto alla “pura” attività di ricerca svolta fino a oggi: un passaggio che garantisce continuità occupazionale, ma che apre interrogativi per una parte del personale. Restano infatti da chiarire lo stato di avanzamento dei progetti in corso e le modalità con cui competenze e responsabilità verranno riallocate dopo lo scioglimento definitivo di Centai.