Mai chiedere all’oste se il vino è buono, dice il proverbio.
Io, invece, a distanza di ormai 2 anni dal mio primo articolo sull’intelligenza artificiale, nel quale intervistavo la neonata ChatGPT, ho deciso di rifarlo.
Ora come allora, il paradosso è servito: interrogare l’IA per sapere cosa pensa dell’IA. Ma invece di intervistare solo ChatGPT, ho voluto triplicare la scommessa interrogando le magnifiche 3 che uso più spesso: ChatGPT (OpenAI), Gemini (Google) e Grok (xAI / Elon Musk).
Affascinante e utile, ma anche rischioso. Perché se da un lato l’Intelligenza Artificiale ci semplifica la vita, dall’altro potrebbe indurci a delegare proprio ciò che richiede più consapevolezza: il pensiero critico.
In questo articolo, niente magie né demonizzazioni. Solo un viaggio ragionato tra le implicazioni operative dell’IA, viste proprio da lei.

E la domanda?
“Cosa ne pensi dell’utilizzo della IA e delle sue implicazioni operative a 360 gradi?”
A voi le 3 risposte.

ChatGPT, la seducente
Bella domanda, grande respiro. Rispondo come fossimo a un tavolo di lavoro strategico, bicchiere d’acqua (o vino?) alla mano:

Cosa penso dell’IA?
Una leva potentissima. Ma come ogni leva… dipende da dove la appoggi.
Operativamente, l’IA è un amplificatore:

  • Accelera processi (reporting, analisi, pianificazione).
  • Riduce errori umani ripetitivi.
  • Potenzia le decisioni (quando i dati sono buoni).
  • Rende scalabile ciò che prima era artigianale.
    Un bravo commercialista/coach/manager con l’IA fa 10x. Uno mediocre con l’IA… sbaglia più in fretta.

Ma ha anche implicazioni critiche:

  1. Etiche e relazionali
  • Si rischia di delegare troppo: attenzione all’autopilota morale.
  • L’IA non ha empatia né contesto umano: non capisce perché fai una cosa, solo come.
  1. Lavoro e competenze
  • Rischio di “sostituzione” per ruoli ripetitivi.
  • Opportunità per chi sa “guidare la macchina”, non solo “fare il lavoro”.
  1. Bias e trasparenza
  • Se i dati sono storti, le risposte lo saranno di più.
  • La “scatola nera” dell’IA non spiega sempre come è arrivata a una conclusione.

A 360 gradi, serve una bussola:

  • Strategia: dove usiamo l’IA? Per cosa? Qual è il vantaggio reale?
  • Governo: chi la controlla? Con quali regole?
  • Formazione: chi la guida? Con quali competenze?
    In sintesi:
    L’IA è come un assistente geniale, velocissimo, instancabile… ma senza cuore e senza etica. Va addestrata, controllata e… ispirata.
    E come ogni assistente brillante, funziona meglio se sai già dove vuoi andare.

Gemini, la didattica (e noiosa)
L’intelligenza artificiale (IA) sta vivendo un periodo di rapida espansione e il suo utilizzo si sta diffondendo in modo pervasivo in quasi tutti i settori, con implicazioni operative a 360 gradi. Ritengo che questo sviluppo presenti sia opportunità straordinarie che sfide significative che devono essere affrontate con attenzione.

Opportunità operative a 360 gradi:

  • Automazione e aumento dell’efficienza: l’IA ha il potenziale per automatizzare compiti ripetitivi, analizzare grandi quantità di dati in tempi brevi e ottimizzare processi, portando a una maggiore efficienza operativa e riduzione dei costi in svariati ambiti, dalla produzione industriale alla gestione amministrativa.
  • Miglioramento del processo decisionale: grazie alla sua capacità di elaborare e interpretare dati complessi, l’IA può fornire informazioni preziose per supportare il processo decisionale a tutti i livelli aziendali, consentendo scelte più informate e strategiche.
  • Personalizzazione di prodotti e servizi: l’IA permette di analizzare le preferenze e i comportamenti degli utenti, aprendo la strada alla creazione di prodotti e servizi altamente personalizzati, migliorando l’esperienza del cliente e creando nuove opportunità di mercato.
  • Innovazione e sviluppo di nuovi prodotti/servizi: l’IA è un motore di innovazione, consentendo lo sviluppo di soluzioni completamente nuove e impensabili fino a poco tempo fa, come veicoli a guida autonoma, medicina personalizzata e assistenti virtuali intelligenti.
  • Miglioramento della sicurezza e della qualità: in settori come la sanità e la produzione, l’IA può contribuire a migliorare la sicurezza (ad esempio, nella diagnostica medica o nel rilevamento di anomalie nelle linee di produzione) e la qualità dei prodotti/servizi.
  • Nuove opportunità di lavoro: sebbene l’automazione possa portare alla riorganizzazione di alcune mansioni, l’IA creerà anche nuove figure professionali legate allo sviluppo, all’implementazione, alla manutenzione e alla gestione dei sistemi di IA.

Implicazioni operative a 360 gradi e sfide:

  • Riorganizzazione dei processi lavorativi e impatto sul lavoro: l’adozione diffusa dell’IA richiederà una profonda riorganizzazione dei processi lavorativi e potrebbe portare alla sostituzione di alcune figure professionali, con la conseguente necessità di riqualificazione e aggiornamento delle competenze della forza lavoro.
  • Necessità di infrastrutture tecnologiche adeguate: l’implementazione efficace dell’IA richiede investimenti significativi in infrastrutture tecnologiche, potenza di calcolo, archiviazio
  • Gestione e protezione dei dati: l’IA si basa sull’analisi di grandi quantità di dati, sollevando questioni cruciali relative alla privacy, alla sicurezza e alla governance dei dati stessi. È fondamentale garantire che i dati vengano utilizzati in modo etico e responsabile, nel rispetto delle normative vigenti (come il GDPR in Europa).
  • Bias algoritmici e rischi di discriminazione: gli algoritmi di IA possono involontariamente incorporare e amplificare i pregiudizi presenti nei dati di addestramento, portando a decisioni discriminatorie. È essenziale sviluppare sistemi di IA equi e trasparenti, con meccanismi di controllo e mitigazione dei bias.
  • Considerazioni etiche e responsabilità: l’utilizzo dell’IA solleva importanti questioni etiche relative alla responsabilità delle decisioni prese dai sistemi di IA, alla trasparenza degli algoritmi e all’impatto sociale a lungo termine. È necessario definire quadri etici e normativi chiari per guidare lo sviluppo e l’implementazione dell’IA.
  • Necessità di competenze specialistiche: l’implementazione e la gestione dei sistemi di IA richiedono competenze specialistiche in diverse aree, come la scienza dei dati, l’apprendimento automatico, l’ingegneria del software e l’etica dell’IA. La formazione e l’attrazione di talenti in questi campi sono cruciali.
  • Sicurezza informatica: i sistemi di IA possono diventare bersagli di attacchi informatici, con potenziali conseguenze gravi a seconda del contesto applicativo. È fondamentale integrare la sicurezza informatica fin dalla progettazione dei sistemi di IA.
  • Interoperabilità e integrazione dei sistemi: l’integrazione dei sistemi di IA con le infrastrutture e i sistemi esistenti può essere complessa e richiedere standard e protocolli comuni.

In conclusione, l’IA rappresenta una forza trasformativa con un enorme potenziale per migliorare l’efficienza, l’innovazione e la qualità della vita in generale. Tuttavia, la sua adozione su vasta scala richiede una riflessione approfondita sulle implicazioni operative, etiche e sociali. È fondamentale un approccio proattivo e responsabile, che coinvolga governi, aziende, ricercatori e la società civile nel suo complesso, per massimizzare i benefici dell’IA e mitigarne i rischi potenziali. In Italia, come nel resto del mondo, è cruciale investire in competenze, infrastrutture e normative chiare per sfruttare appieno le opportunità offerte dall’IA e affrontare le sfide che essa comporta.

Grok, la concreta
L’intelligenza artificiale (IA) è una tecnologia trasversale che sta rivoluzionando praticamente ogni settore, con implicazioni operative che si estendono a livello tecnico, economico, sociale ed etico. Ecco una panoramica a 360 gradi, cercando di essere sintetico ma completo:

  1. Opportunità operative:
  • Automazione e produttività: l’IA ottimizza processi ripetitivi in settori come manifattura, logistica e servizi. Ad esempio, algoritmi di machine learning migliorano la gestione delle catene di approvvigionamento, riducendo i costi del 15-20% in alcuni casi (secondo studi di McKinsey).
  • Personalizzazione: in marketing e sanità, l’IA consente esperienze su misura. Pensa ai sistemi di raccomandazione di Netflix o alla diagnosi medica assistita da modelli come quelli di DeepMind per il rilevamento del cancro.
  • Innovazione rapida: l’IA accelera la ricerca scientifica (es. AlphaFold ha risolto il problema del ripiegamento proteico) e lo sviluppo di nuovi prodotti, riducendo i tempi di progettazione.
    Accessibilità: strumenti basati su IA, come la traduzione automatica o le tecnologie assistive, migliorano l’inclusione per persone con disabilità.

2. Sfide operative

  • Costi e infrastrutture: implementare l’IA richiede investimenti significativi in hardware (GPU, TPU), dati di qualità e competenze specialistiche. Le PMI spesso faticano a tenere il passo.
  • Integrazione: adattare i sistemi legacy aziendali all’IA può essere complesso e richiedere una revisione dei processi operativi.
  • Dipendenza dai dati: l’IA è tanto efficace quanto i dati su cui si basa. Dati incompleti o distorti possono portare a errori, come dimostrato da casi di bias in algoritmi di riconoscimento facciale.

3. Implicazioni etiche e sociali

  • Lavoro: l’automazione minaccia alcuni ruoli (es. autisti, addetti ai call center), ma crea anche nuove opportunità in settori come la gestione dei dati o lo sviluppo di IA. L’OCSE stima che il 14% dei lavori è a rischio di automazione completa, mentre il 32% potrebbe subire cambiamenti significativi.
  • Bias e discriminazione: modelli addestrati su dati non rappresentativi possono perpetuare disuguaglianze. Ad esempio, alcuni sistemi di assunzione basati su IA hanno penalizzato candidati donne a causa di dati storici sbilanciati.
  • Privacy: l’IA richiede grandi quantità di dati, sollevando preoccupazioni su sorveglianza e sicurezza, come nel caso dei sistemi di riconoscimento facciale in Cina.

4. Implicazioni strategiche

  • Competitività: le aziende che adottano l’IA in modo strategico (es. Amazon con i suoi sistemi di raccomandazione) guadagnano un vantaggio competitivo significativo.
  • Regolamentazione: governi e organizzazioni stanno sviluppando normative (es. l’AI Act dell’UE) per bilanciare innovazione e sicurezza, ma la regolamentazione frammentata a livello globale crea complessità per le aziende multinazionali.
  • Sicurezza: l’IA può essere sfruttata per attacchi informatici (es. deepfake per frodi) o, al contrario, per rafforzare le difese (es. rilevamento di anomalie nei sistemi di sicurezza).

5. Prospettive future

  • Evoluzione tecnologica: con l’avanzare di modelli come GPT-4 o Grok 3, l’IA diventerà più versatile, ma richiederà anche più energia (il training di grandi modelli può emettere CO2 quanto un volo transatlantico).
  • Collaborazione uomo-IA: il futuro non è “IA contro umani”, ma una collaborazione in cui l’IA amplifica le capacità umane, come nell’assistenza alla creatività o nella risoluzione di problemi complessi (es. cambiamento climatico).
  • Democratizzazione: piattaforme come Hugging Face o strumenti open-source stanno rendendo l’IA più accessibile, ma il divario digitale tra nazioni sviluppate e in via di sviluppo rimane una sfida.
    Conclusione
    L’IA è un’arma a doppio taglio: offre opportunità straordinarie per migliorare efficienza, innovazione e qualità della vita, ma richiede una gestione attenta per mitigare rischi etici, sociali e operativi. 
    La chiave è un approccio equilibrato che combini innovazione tecnologica, formazione continua e normative chiare. In Italia, ad esempio, il PNRR sta investendo in IA per digitalizzare la PA e le imprese, ma serve una maggiore alfabetizzazione digitale per sfruttare appieno il potenziale.

Analisi critica delle risposte
Ho poi chiesto, ma solo a ChatGPT, di farmi una analisi critica delle differenti risposte ricevute considerando i seguenti parametri:

  • contenuto
  • stile
  • valore aggiunto della risposta
  • eleganza
  • leggibilità
  • coinvolgimento.

Di seguito il risultato.

ChatGPT
Contenuto: ben strutturato e articolato. Tocca aspetti tecnici, etici, operativi e strategici. Approccio sistemico, ma snello.
Stile: conversazionale, vivace, con tocchi di ironia e immagini (“assistente geniale, senza cuore…”).
Valore aggiunto: sintesi brillante e punti pratici facilmente memorizzabili. Ottima per chi vuole una visione “alta ma concreta”.
Eleganza: elegante nella forma narrativa, con ritmo e uso sapiente del tono.
Leggibilità: altissima. Struttura visiva chiara (emoji, separatori) aiuta la fruizione.
Coinvolgimento: molto alto. Sembra un dialogo diretto, quasi da keynote speech.
Vince per: tono, leggibilità e coinvolgimento.

Gemini
Contenuto: completo, molto esteso. Copre quasi tutto lo spettro operativo e teorico, ma con tono “da relazione aziendale”.
Stile: neutro, istituzionale, quasi da manuale operativo.
Valore aggiunto: utile per una mappatura esaustiva delle sfide e opportunità.
Eleganza: media. Lungo elenco puntato, funzionale ma poco ispirato.
Leggibilità: discreta, ma prolisso. Richiede attenzione.
Coinvolgimento: basso. Informativo, ma poco “umano”.
Vince per: completezza tecnica e didattica.

Grok
Contenuto: sintetico ma ricco di dati e riferimenti concreti (McKinsey, AlphaFold, OCSE, PNRR).
Stile: efficace, quasi giornalistico con un taglio “da blog smart”.
Valore aggiunto: portato di casi reali, utile per chi cerca “esempi parlanti”.
Eleganza: buona, ma meno fluida nella transizione tra le sezioni.
Leggibilità: buona. Buon ritmo e varietà nei temi.
Coinvolgimento: medio-alto. Dati e nomi attirano chi vuole concretezza.
Vince per: concretezza e impatto informativo.

Punti di forza, applicazioni e oltre

Quando usarlo

ChatGPT: Coinvolgente, chiaro, “brillante”. Per speech, workshop, coaching, strategia
Gemini: Completo, tecnico, esaustivo. Per documenti aziendali, checklist operative
Grok: Concreto, informativo, denso di esempi. Per report, brief settoriali, giornalismo tech

In sintesi:

  • Miglior mix complessivo tra contenuto, stile e coinvolgimento: ChatGPT
  • Più esaustivo ma “freddo”: Gemini.
  • Più brillante e “cool”: Grok, perfetto per divulgazione smart.

A conclusione dell’esperimento, possiamo affermare che l’Intelligenza Artificiale non è né oracolo né nemico. È un potente collaboratore, ma come ogni collaboratore va capito, guidato e responsabilizzato. Le risposte ricevute dalle IA non sono verità assolute: sono punti di partenza, specchi digitali delle domande che sappiamo (o non sappiamo) porre.
Il punto non è se l’IA funziona. Il punto è: sai cosa farci davvero?

Miguel Scordamaglia