Torino si conferma ancora una volta città dell’innovazione, anche in ambiti inaspettati come la gastronomia. La città piemontese, già nota per la sua tradizione culinaria e la sua spinta tecnologica, si prepara a rivoluzionare il modo in cui concepiamo il cibo grazie all’intelligenza artificiale.
Lo chef torinese Christian Mandura, insignito di una stella Michelin a soli 34 anni, sta lavorando a un progetto rivoluzionario: addestrare un’intelligenza artificiale capace di comprendere e creare ricette, ottimizzando processi e combinazioni di sapori. Il progetto, sviluppato in collaborazione con la multinazionale torinese Reply, ha l’obiettivo ambizioso di applicare la computational intelligence alla cucina, aprendo nuovi orizzonti alla creatività gastronomica.
Immaginare un’AI in cucina sembra fantascienza, ma Mandura ha una visione chiara e ambiziosa. “Se forniamo all’AI tutte le combinazioni di sapori sperimentate nei secoli, più le innovazioni della cucina globale, il software potrà suggerire nuove ricette e tecniche, anche senza aver mai assaggiato un ingrediente”, spiega lo chef in un’intervista a La Repubblica. Questo concetto ha spinto Mandura a lasciare il suo iconico ristorante Unforgettable, premiato con la stella Michelin nel 2021, per dedicarsi completamente alla ricerca di nuovi orizzonti culinari.
Nel 2025, Torino ospiterà il primo laboratorio di sperimentazione gastronomica basato sull’intelligenza artificiale. “Non sarà un ristorante aperto al pubblico, ma un centro di ricerca per testare e sviluppare il nostro software”, racconta Mandura. Il programma, addestrato con dati che spaziano dal Seicento alla cucina molecolare contemporanea, sta imparando a riconoscere le evoluzioni culinarie e a generare nuove idee. “Gli abbiamo chiesto di studiare la storia della cucina e ora lo sfidiamo a immaginare il futuro”, aggiunge lo chef.
Nasce così il concetto di “gastronomia generativa”, una nuova disciplina che studia l’uso dell’intelligenza artificiale per trasformare la manipolazione e l’elaborazione degli alimenti. Il potenziale è enorme: dalla creazione di piatti innovativi alla conservazione degli ingredienti, dall’alta cucina alle mense scolastiche. L’obiettivo non è sostituire l’uomo, ma amplificare la creatività e l’efficienza del settore.
Nei primi test, l’AI-cuoca ha dimostrato prestazioni straordinarie, ma sempre grazie agli input umani. Ad esempio, ha saputo combinare ingredienti in modi mai esplorati prima, suggerendo nuove tecniche di preparazione basate su dati storici e ricerche scientifiche. Questo potrebbe aprire la strada a una nuova era della cucina, in cui tradizione e innovazione si fondono per creare esperienze gastronomiche inedite.
Torino, con la sua tradizione culinaria e la sua vocazione tecnologica, si conferma così un punto di riferimento nell’evoluzione dell’intelligenza artificiale applicata al cibo. Il progetto di Mandura e Reply non è solo un esperimento, ma un passo concreto verso il futuro della ristorazione. Se l’intelligenza artificiale può già oggi suggerire abbinamenti innovativi e migliorare l’efficienza in cucina, chissà quali altre rivoluzioni potrà portarci nei prossimi anni.